I conigli, l’abaco e l’acrobata

di Gianni Riotta

Riotta.it (xx maggio 2015)

Nel 1223 l'imperatore Federico II organizza un torneo tra abacisti e algoritmisti. Chi calcolerà più rapidamente, l’abaco (un pallottoliere) o i numeri usati come gli arabi per le operazioni? Il problema da risolvere è «Un uomo lascia una coppia di conigli da soli per scoprire quante coppie di conigli ne discendano in un anno: i conigli generano ogni mese un’altra coppia e son fertili dal secondo mese». Vince il matematico Fibonacci usando la sua mistica “Successione” 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55, … dove i primi elementi sono 1 e 1, gli altri derivano dalla somma dei due numeri precedenti.
La serie di Fibonacci seduce architetti e biologi, artisti e informatici, matematici e logici da allora, il software del calcolo contro l’hardware dell’abaco.
Ho lavorato con Adriano Attus tante notti al Sole 24 Ore nel palazzo di Piano dietro San Siro. Come Fibonacci, Attus traduce i numeri e i loro legami, che noi comuni mortali non vediamo, in elegante successione di significati e razionalità. In un mondo, sia analogico alla abaco o digitale alla algoritmo, dove il caos delle identità genera come conigli nichilismo, ossessione, morte e guerra, Adriano Attus impone la legge dei numeri, eleganti, perfetti, universali. Sa, come Kurt Gödel, che a ogni angolo rifaranno capolino la contraddizione e i paradossi. Ma non se ne cura, coraggioso acrobata sul filo di una cifra, sospeso sull’abisso del nulla, leggero nell’affidarsi alla ragione contro il falso, così forte oggi, così seducente e diabolico.

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