Quando una mostra prova a dare un'anima ai numeri

di Sergio Ragone 

HUFFINGTON POST ITALIA (26 maggio 2015)

Si può dare un'anima alla meccanica? Si possono ritrovare nei numeri i tratti della ricerca continua della bellezza? Qual è l'umanità dei dati a cui quotidianamente siamo sottoposti? C'interessano i fatti o le interpretazioni? Risponde a queste domande, probabilmente, l'esigenza di Adriano Attus che ha espresso nella forma artistica del suo progetto Numerage.

I numeri, destrutturati ed inseriti in un quadro visivo inusuale, fanno dell'opera di Attus non solo una provocazione artistica, ma un gesto di ribellione estetica all'uso che i media della modernità hanno adottato nella narrazione dei fatti. La lettura che ne dà Attus è caustica ma efficace: Fatti e notizie sono sempre più regolate dai numeri. Economia e finanza si basano su cifre e dati. Mutui, affitti, tasse, stipendi, prezzi e rendimenti dipendono da variazioni e comparazioni. Le attività dei governi si giudicano in base a risultati quantificabili e si misurano con i voti degli elettori. Ma spesso i numeri degli esperti sono in conflitto: la natura è complessa e i metodi di osservazione imperfetti. Come giornalisti imparziali dovremmo comunicare al lettore questo grado di incertezza, interpretando i dati statistici e contestualizzando i valori. Ma quanto è lecito fidarsi delle verità "ufficiali". Quanto ci si può affidare ai media tradizionali?

È interessante seguire questa provocazione, per ricostruire il percorso che numeri e bellezza hanno attraversato diventando, oggi, la personale che Attus presenterà venerdì 29 maggio, presso la Galleria l'Affiche di Milano. Così come non è azzardato dire che l'arte, la genialità, il talento di Attus ricordano con prepotenza quello del grande Leonardo Sinisgalli, poeta, ingegnere, narratore, pubblicista, art director, direttore di riviste, documentarista, autore radiofonico, disegnatore. Ma soprattutto lucano.

E proprio sul rapporto tra numeri e poesia, Sinisgalli diceva: Io non ho mai pensato che la matematica e la meccanica siano la stessa cosa della poesia. [...] Quello che ci trovo in comune è una tensione dell'intelligenza, è la felicità nella fatica, nello sforzo. Io penso che un sonetto sia un meccanismo, una costruzione perfetta, in cui non si ammira soltanto l'abilità, la chiusura di un pensiero compiuto, di una sequenza di immagini entro un numero definito. Nel sonetto c'è molto di più di quello che è scritto. E in una macchina c'è molto di più quello che è disegnato. Sono forse entrambi dispositivi capaci di produrre energia e di trasformarla, di trasfigurarla.

Il genio di Sinisgalli, art director che ha cambiato la storia della comunicazione pubblicitaria in Italia, rivive oggi nelle capacità interpretative dell'umanità che rendono Attus un artista della comunicazione visiva. La trama che Numerage ci mostra, va ben oltre la sola esperienza visiva e l'inevitabile riflessione sullo stato dell'informazione italiana. Attus ci offre un quadro di analisi profonda che parte dalla nostra personale interpretazione delle cose del mondo, dei fatti, dei dati a cui siamo quotidianamente sottoposti e che non sempre riusciamo a deframmentare.

La provocazione di Attus, che ricorda quella della rosa nel calamaio del poeta di Montemurro, pone al centro l'importanza del numero come elemento di lettura della realtà. Numerage ci ricorda che oltre le notizie e l'interpretazione dei fatti c'è la verità, che è fatta, appunto, di numeri. Precisi e concretissimi.

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